La Cantina di Via Firenze - Forlì

La Cantina di Via Firenze a Forlì: un posto dove sentirsi a casa

La Cantina di Via Firenze si trova poco fuori Forlì e può essere considerata a tutti gli effetti una vera “Osteria”, legata al territorio e alla Sicilia, terra natale del fondatore Francesco.

Andando indietro nel tempo scopriamo che si tratta di una ex Casa del Popolo costruita a fine ‘800, diventata in seguito Casa del Fascio durante il ventennio fascista, ed infine trasformata in Circolo Repubblicano.

Dal 1997 alle redini del locale ci sono i figli di Francesco – Filippo e Giammarco – due giovani volenterosi che l’hanno chiama “Cantina” proprio con l’intento di sottolineare che qui si può trovare una buona selezione di vini senza però voler essere un locale impegnativo.
L’interno è infatti arredato in stile rustico, con tavoli in legno scuro, sedie impagliate e, al posto tavola, le classiche tovagliette di carta gialla. Il tipico ambiente da Osteria è completato dal pavimento in graniglia e dal bancone del bar, con cassa annessa, che sembrano usciti dal libro dei ricordi.

Filippo e Giammarco, ci fanno subito notare come il mondo della ristorazione sia notevolmente cambiato negli ultimi anni. Da un lato c’è una maggiore sensibilità dei clienti riguardo alle materie prime, si preferisce il prodotto fresco rispetto al congelato. Dall’altro c’è una notevole difficoltà nel trovare personale desideroso di essere formato e di crescere in questo settore.

Nonostante queste trasformazioni, Filippo è orgoglioso de La Cantina “Le persone vengono qui da noi perché appena entrano si sentono a casa – ci dice – e questo è il più bel complimento. Sentirsi a casa è come arrivare e mettersi in pantofole: un piatto può non riuscire alla perfezione, ma l’atteggiamento nei confronti del Cliente non si può sbagliare”

A la Cantina di Via Firenze la cucina è tipica e con influenze dalla Toscana, visto che il locale si trova sulla direttrice che porta in questa regione, e dalla Sicilia, luogo di nascita del padre di Filippo e Giammarco. Contaminazioni, queste, che portano un valore aggiunto al menù: nella diversità trova spazio un caleidoscopio di sapori.

Qui potete comunque trovare i classici taglieri di salumi, formaggi o crostini misti, come pure le tagliatelle. Non mancano i rigatoni all’aglione, o i tortelli al ragù di strigoli, ma uno dei piatti emblema del locale è il “peposo”, un gulasch piccante di origine toscana: praticamente uno stracotto di manzo con scalogno, cotto nelle sue verdure e nel vino.
Meritano una menzione anche i dolci, sempre molto apprezzati, in quanto presentano un tocco di originalità come la panna cotta alla nocciola o la torta di pistacchi.

Molto ampia la carta dei vini, sulla cui scelta potete affidarvi allo staff senza timore di sbagliare.

“I momenti di crisi, come questi ultimi anni, sono difficili ma aiutano a riflettere, si iniziano a vedere le cose da un altro punto di vista. Il nostro progetto per il futuro” – conclude Filippo – “sarebbe quello di ripartire alla grande da dove ci eravamo lasciati!”