Tagliatelle agli stridoli

Le tagliatelle

La ricetta tramandata da Pellegrino Artusi nel suo “L’arte di mangiare bene” parla chiaro: le tagliatelle per essere chiamate tali, devono essere lunghe. Anzi, chiarisce, “la loro lunghezza indica l’abilità di chi le fece”. Piatto antico, le cui origini pare risalgano ai tempi della civiltà etrusca e greca, le tagliatelle in tempi emotivi venivano probabilmente tagliate a strisce più larghe per essere, poi, utilizzate nel comporre un piatto che potremmo paragonare alle odierete lasagne. Uno dei piatti tipici della tradizione culinaria romagnola, non possono mancare nei menù dei migliori ristoranti di Forlì così come in quelle delle trattorie.

Come si può evincere facilmente, devono il loro nome al verbo “tagliare” dal momento che, per prepararle, è indispensabile stendere la pasta in sfoglia sottile e tagliarla appunto. Il segreto per fare tagliatelle impeccabili anche per le più esigenti massaie, è ovviamente la pasta fatta d’uovo e farina.

In Romagna, per essere fatta a regola d’arte deve necessariamente essere ruvida e del giusto spessore, ovvero – chiarisce ancora una volta l’Artusi – “va tirata la sfoglia alquanto più grossa e tagliata a strisce più larghe dei taglierini”.

Per quanto riguarda il condimento, si potrebbe dire che le tagliatelle stanno bene con tutto: verdure, affettati, ragù di carne o semplicemente burro e salvia. Via libera, dunque alla fantasia e al gusto soggettivo. Oggi vogliamo suggerirvi due ricette accomunate dalla semplicità nella preparazione. Le “tagliatelle all’uso di Romagna”, ricetta n 71, come suggerisce ancora una volta “il padre della cucina italiana”, si possono preparare con un battutino con due spicchi d’aglio, prezzemolo , basilico e pomodoro a pezzi. Qui, invece, potete scoprire come preparare un profumato piatto di tagliatelle con il sugo agli stridoli. Buon appetito!